Quantcast
Channel: ToWriteDown » Italo Calvino
Viewing all articles
Browse latest Browse all 7

Chi ti Credi di Essere? di Alice Munro

$
0
0

Chi ti credi di essere di Alice Munro

 

Sto preparando le valigie per le vacanze.

Per il secondo anno, saranno vacanze lunghe lunghissime. Tra i miei bagagli c’è la solita sacca per i libri: lo scorso anno ne avevo portati tanti, ed era stata una vera soddisfazione, una bella dose di energia che mi ha accompagnata per tanto tempo.

Nella sacca per ora ho infilato solo tre volumi: Mr Mercedes di Stephen King (una bella e corposa storia raccontata dal maestro solitamente serve per alleviare il viaggio), Gli amori difficili di Italo Calvino (che rileggerò a distanza di una ventina d’anni) e Danza delle ombre felici di Alice Munro.

E’ indubbio: io in vacanza senza Alice non riesco ad andare.

Proprio ad agosto 2014 avevo letto il suo Chi ti credi di essere? e, mentre lo leggevo, mi dicevo che Alice è davvero un’amica per me.

E’ come se ci fossimo conosciute un sacco di anni fa, come se avessimo vissuto un lungo periodo insieme, avessimo condiviso lo stesso tempo, la stessa noia, la stessa tavola, lo stesso maestro, forse lo stesso amante, e che lei avesse poi deciso di raccontarmi come era stato vivere queste cose, di raccontarlo a me con parole sue.

Sono innamorata di lei. Mi incanta e mi incastra, mi obbliga a guardare dove non voglio e a pensare a quel che tendo a dimenticare. Le sono anche infinitamente riconoscente per avere fatto lei la fatica che forse avrei dovuto fare io.

E’ ancora viva, Alice, una vecchietta viva e vegeta; spero sempre che stia bene, che stia scrivendo e che lo faccia con la serenità che io non ho e che lei mi trasmette quando la leggo.

La serenità, la leggerezza e quella chiarezza che mi avvolge. Come se mi mettesse sul naso un paio di occhiali più adatti a leggere la vita di quelli che solitamente indosso io. Hanno la gradazione giusta, i suoi.

E spero sempre di poterla incontrare un giorno, incontrarla per guardarla dritto in viso e dirle grazie. Così, in italiano.

Quando lo scorso agosto tenevo tra le mani il suo Chi ti credi di essere? mi sono ritrovata più volte a ripetere dentro di me questo grazie. L’ho ripetuto al termine di nove racconti su dieci, ché questo è un romanzo a racconti, come piacciono tanto a me (ne ho parlato varie volte anche qui e qui e qui).

Poi, al decimo racconto, quello che dà il titolo al volume, ho avuto un blocco, temo di non averlo capito fino in fondo. Lo aspettavo così tanto, quel decimo racconto, il racconto dal titolone risolutivo e ammantato di aspettativa.

Aspettavo un disvelamento che non è arrivato. E mi ero appuntata di rileggerlo per capire se mi sono persa il senso di Rose, la protagonista, o se davvero dovevo restare ancorata a quanto detto fino al racconto precedente.

Poi non l’ho fatto, non l’ho riletto; ho pensato che il nutrimento che avevo avuto fino a quel momento era sufficiente, in qualche modo. E nei prossimi giorni leggerò Danza delle ombre felici senza aspettarmi disvelamenti, questa volta, ma solo le parole che Alice ha scritto per me senza volerlo.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 7

Trending Articles